Giornate Europee del Patrimonio 2013


dal 20/9/2012 al 30/09/2013

mostra documentaria

I disegni, di squisito gusto romantico, vennero eseguiti da Emilio Carbonazzi, figlio dell’Ing. Giovanni Antonio (progettista di opere idrauliche e stradali in Piemonte e Sardegna), nella prima metà dell’800, alla Regia Accademia Militare e sono conservati nell’archivio di famiglia.

ANTEPRIMA

Appartenente ad un’antica famiglia di Felizzano, Giovanni Antonio Carbonazzi nacque nel 1792: Studiò a Casale Monferrato e dal 1818 all’École Polythecnique. Lavorò come ingegnere dapprima in Francia, poi dal 1820 in Italia, sotto i re di Sardegna Carlo Felice e Carlo Alberto, progettando opere idrauliche e stradali in Piemonte e Sardegna –isola allora quasi completamente priva di vie di comunicazione. Studiò particolarmente la navigazione fluviale ed i progetti ferroviari alpini ed appenninici. Nel 1849 fu eletto deputato in Parlamento per il collegio di Felizzano; nel 1859 divenne Vicepresidente onorario del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e si battè perché la linea ferroviaria Torino – Genova passasse per il suo paese natale. Nel 1867, raggiunta l’età della pensione, si ritirò nella casa di famiglia, dove si occupò per gli anni che gli rimanevano di questioni agrarie e dell’amministrazione di suoi beni. Morì nel 1873.

  Il piccolo, ma significativo fondo denominato Archivio dell’Ingegnere Giovanni Antonio Carbonazzi venne depositato presso l’Archivio di Stato di Alessandria da Federico Grillo Pasquarelli nel 1998 e probabilmente costituisce solo parte della documentazione prodotta dal lavoro dell’ingegnere e –più in generale- dalla famiglia Carbonazzi di Felizzano.

  Il complesso delle carte comprende il carteggio di lavoro dell’ingegnere, atti di lite, volumi a stampa sulle vie di comunicazione ed i canali navigabili nel Regno di Sardegna, memorie, disegni e calcoli relativi a progetti di strade, ferrovie, canali, mulini ed opere di bonifica, appunti ed esercitazioni di disegno geometrico, carte topografiche e geografiche, planimetrie, alcune fotografie e documenti originali di nomina, con sei sigilli pendenti.

  L’ingegner Carbonazzi ebbe quattro figli: Carolina, Elisa, Giuseppe ed Emilio, che seguì la carriera militare. Una certa quantità di carte, che documentano in parte gli studî di Emilio presso la Regia Accademia Militare di Torino negli anni Cinquanta dell’Ottocento, costituisce una sezione dell’archivio Carbonazzi. Si tratta di esercitazioni di disegno geometrico, topografico e di architettura: ma fra queste si sono conservate dieci belle tavole a matita, probabilmente staccate e ritagliate da un album, delle quali metà raffiguranti alberi e cespugli e metà chiese, castelli, dimore di campagna e un ponticello su un rio (che abbiamo scelto come testimonial di questa piccola esposizione).

  Sembra abbastanza plausibile che si tratti di copie dal vero; non sappiamo però, in quanto sui disegni non compaiono note o appunti, né quando né dove furono eseguite e nemmeno se si tratti di schizzi preparatorî per dipingere in seguito, ad esempio, acquerelli oppure olî ovvero –come sembra forse più probabile- se provengano da un taccuino di viaggio, come usava in quel periodo, e documentino escursioni, magari in giro per il Piemonte.

  Appare evidente l’interesse, di schietto gusto romantico, di Emilio per le antichità, soprattutto medievali –fontane, frontoni, abbaini, archi acuti, torricelle, com’era di moda in quegli anni (pensiamo, per tutti, agli interventi di Viollet–le-Duc o –per non allontanarci dall’Alessandrino- ai restauri della facciata del Duomo di Casale ad opera di Arborio Mella)- ed anche per il paesaggio silvestre –faggi, querce, abeti, cespugli; sono da ammirare la delicatezza del tratto e l’efficacia delle ombreggiature, che conferiscono freschezza ai disegni ed immergono boschi, castelli e rustici in un’aura assorta e incantata.

   Questi disegni costituiscono un piccolo ma squisito patrimonio nel complesso degli archivi familiari conservati dall’Archivio di Stato di Alessandria e ci porgono una preziosa testimonianza della grande cultura ottocentesca e di luoghi ed edifici forse perduti nel territorio, ma tuttavia salvati per il futuro grazie agli Archivi, scrigni della memoria.

A cura di Dott. GM Panizza e M Canepa

Locandina evento

Esposizioni:

Alessandria: ASAL via solero 43 con documenti originali;

Museo della Gambarina con documenti in riproduzione;

INPS via Testore 19 e via Morbelli 34 con documenti in riproduzione

ORARIO APERTURA IN ARCHIVIO:

Dal lunedì al sabato orario 9.00-12.00

INGRESSO LIBERO

Informazioni:

Archivio di Stato di Alessandria (sig.ra Canepa-sig.ra Tuberosi) Tel .0131 252794
Museo della Gambarina Tel. 0131 40030

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